Quaderni di campagna: la neve!

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Un mattino, si prende il tempo per guardarsi vivere – “Neve”, Maxence Fermine, 1999

La neve è un’esperienza davvero insolita qui al sud. Ti alzi una mattina, una delle tante, e aprendo le finestre ti accorgi che quando nevica perfino l’aria ti appare bianca. Fiocchi grandi come tulle da sposa e leggeri come il cuore dei bimbi all’aperto…una meraviglia come poche.

E che si fa nelle giornate di neve qui da noi? Si cambiano le regole.

La prima cosa da fare è raccogliere la neve in apposite ciotoline, mi sembra logico, perché possano essere riposte in freezer e annusate quando l’inverno sarà archiviato. Poi passeggiare in giardino e nell’orto, rigorosamente senza i vestiti adatti, perché tornare in casa perfettamente asciutte non ha senso. Infine, fotografare i dettagli di un paesaggio che non si dimentica in regioni assolate come questa…e allora via alle foglie del nespolo bianche e pesanti fino al suolo, alle purissime panoramiche lunari e a quei dettagli sparsi a caso tra alberi e siepi che sono il racconto più preciso di un clima capriccioso, quello che da tempo coniuga i fiori della prima primavera con il ghiaccio.

piselli_neveIl rosa pallido degli albicocchi, lì nel bianco della neve, avrebbe un gran successo al cinema come allegoria del risveglio, ma le gemme quest’anno sono fiorite prematuramente mentre l’inverno doveva ancora superbamente dispiegarsi. Non è un buon segno per chi di albicocchi ci vive.

E’ già la seconda volta che mia figlia vede la neve cadere abbondante, mentre mia madre, fino a pochi anni fa, ricordava solo quella del ’56. Il clima cambia in fretta e noi si fa una gran fatica a stargli dietro. Al contrario, i passi fatti dai grandi del mondo sull’argomento sono troppo lenti e a noi contadini tocca subire le conseguenze di scelte distruttive per l’intero pianeta. Ne siamo anche responsabili, però: il 25% delle emissioni di gas serra – dalle quali dipendono queste alterazioni – vengono proprio dall’agricoltura convenzionale, quella supermeccanizzata e dipendente dal petrolio.

Tuttavia, come non essere felici di questa spruzzata di zucchero a velo sul tuo mondo: hai una bimba dalle guance arrossate dal freddo che ride felice nelle sue scarpe zuppe.

Torni dentro, prepari per tutti un brodo caldo con le verdure avanzate sul banco delle vendite, perché in campagna non si butta via niente e perché una madre fa sempre così. E’ la sua “mammitudine”. E mentre tutto rallenta e la neve sparisce, lasciando solo un gran freddo e un ricordo per sempre allegro, metti le spezie nel vino, qualche biscotto in un piatto e, scrivendo accanto al fuoco, gusti un vin brulè.

La neve è bella. Ma la vita molto di più.

2 commenti

  • Miriam le tue parole descrivono appieno la magia della neve per noi che viviamo al Sud. Ci meravigliamo come dei bambini a guardar scendere quei fiocchi di neve, emozionati ed increduli perché la neve dona alla nostra realtà, spesso grigia, una nuova luce e dei suoni ovattati tipici del suo passaggio… Spero solo che non abbia fatto molti danni all’orto, e che domani porti con sé un bel sole caldo ♥️

    • Ti ringrazio molto, Irene! Come hai visto stamattina era anche più nevoso di ieri…alcune cose nell’orto al momento sono sicuramente impossibili da raccogliere e per altre valuteremo tra qualche giorno. Qualcosa invece fa assolutamente colto per evitare che marcisca.
      Ad ogni modo, oggi ci siamo consolati con un bel pupazzo di neve…io non l’avevo mai fatto!
      Ti abbraccio

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