Francesco e la Decrescita Felice: il futuro della Terra è nelle nostre mani
L’ultima lettera enciclica di Papa Francesco, pubblicata lo scorso giugno, è un documento basilare per chi voglia accostarsi, con semplicità, ad un’analisi indipendente del progressivo degrado ambientale e sociale a cui si assiste ogni giorno. Ne abbiamo parlato a Salerno, il 19 novembre, durante il convegno “CambiaMenti: la cura della casa comune tra Decrescita Felice e l’enciclica Laudato si” con Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei cittadini e soprattutto dei più poveri, e con Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, pensatore e saggista.
I temi affrontati, mettendo in risalto i punti nodali dell’Enciclica – davvero densa di contenuti – sono stati molti (dalle emissioni di CO2 alle fonti energetiche rinnovabili) e si sono inevitabilmente incrociati con la realtà campana, così difficile dal punto di vista socio-ambientale e al centro di un aspro scontro in sede di Consiglio Regionale sulla privatizzazione del servizio idrico. Alex Zanotelli ne è stato uno dei protagonisti, animando la protesta dei Movimenti per l’Acqua contro una legge dell’amministrazione De Luca (PD) in totale continuità con quella precedente e di parte politica opposta. Beni comuni, dunque, come l’aria, l’acqua e la terra al centro di una lunga conversazione in cui si è discusso dei meccanismi di potere che ci hanno portato a tale grado di devastazione e delle possibili soluzioni alternative.
Il papa stesso individua nell’attuale paradigma tecnocratico – e nella finanza ad esso legato – il fondamento dei mali che oggi ci affliggono. La ricerca del solo profitto, il sentirsi dominatori assoluti della natura e la mancanza di capacità di vedere che il mondo, al contrario del nostro appetito, è un sistema “finito” di risorse saranno i vettori dell’imminente estinzione della nostra specie se non freneremo questo triste andazzo.
Ne convengono anche Pallante e Zanotelli convergendo, nella sostanza, sulla proposta della Decrescita Felice come concreta e praticabile via alternativa al sistema della crescita a tutti i costi, un sistema che ci ancora al Prodotto Interno Lordo per misurare il nostro benessere e ci rende, nei fatti, tra le più infelici società della storia.
In un mondo che ci induce a desiderare sempre qualcos’altro e che per soddisfare i nostri falsi bisogni annienta gli ecosistemi e crea discariche umane e materiali, è coraggioso sostituire uno slogan con una riflessione e dissonante parlare di sobrietà. Tuttavia, è talmente in pericolo il futuro della Terra, così devastante lo scempio dell’ambiente e a tal punto legato alle condizioni di vita dell’immensa folla di poveri del pianeta, che Francesco si sente in dovere di ricordarci che siamo andati troppo oltre e che “una certa decrescita” si è resa ormai necessaria.
Basta disegnare un triangolo su una qualunque cartina geografica d’Italia per rendersi conto che quello tristemente noto come “Triangolo della Morte” in Terra dei Fuochi è solo uno dei tanti che potremmo tracciare. E’ la cultura dello scarto, dell’usa e getta, che produce rifiuti di ogni genere ed è la nostra assoluta mancanza di lungimiranza o, se vogliamo, la nostra più becera forma di inettitudine – quando non parliamo di evidente criminosità – a farci concepire un prato solo come un tappeto sotto il quale nascondere rifiuti tossici.
Ed è questo che il Papa sottolinea: si è persa l’intima connessione con il Creato, abbiamo dimenticato quanta bellezza si nasconde nella semplicità di Francesco e quanto amore potremmo tornare a provare se solo ci distaccassimo, con il pensiero e con le azioni, da questa società che ci vuole disperati per poter andare avanti e che ci mette gli uni contro gli altri per poterci controllare meglio.
La distinzione principe, oggi – dice Thomas Berry, ecoteologo spesso citato da Zanotelli – è fra chi preserva il mondo e chi lo distrugge. Continuare ad alimentare il nostro insaziabile ego e perpetuare insostenibili stili di vita basati sullo scellerato sfruttamento dei tre quarti della popolazione mondiale ci fa riconsiderare, insieme alla Conferenza Episcopale Australiana del 2006 citata in “Laudato si”, gli ambiti del comandamento “non uccidere”.
Insomma, sta tutto nella responsabilità, la nostra e quella dei potenti della Terra che si riuniranno a giorni a Parigi per il COP 21 e per ragionare sulle emissioni di CO2. Le loro decisioni potranno allontanare il futuro di desertificazione che ci attende.
Tutto è ancora possibile, ma dobbiamo cominciare a percepire la realtà per quella che è e non per quella costruita ad arte nella pubblicità. Se saremo capaci di gettare la luce della consapevolezza sul nostro immaginario, sarà più semplice scegliere di vivere diversamente e praticare il valore della resistenza. Ci vuole solo un po’ di coraggio e un pizzico in meno di pigrizia.
Miriam Corongiu
Il convegno “CambiaMenti” è stato organizzato dal Movimento per la Decrescita Felice di Salerno. Georgika ne è, orgogliosamente, parte attiva.